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Fast food: idea Americana o dell’antica Roma?

Quanti di noi amiamo i fastfood? Quei succulenti panini che solo al pensiero ci fanno venire l’ acquolina in bocca? Esatto! Proprio quelli che in 5 minuti sono pronti e li ritirate direttamente dalla macchina, quelli grazie ai quali gli Americani ne hanno fatto un vero e proprio business.

Ma siamo sicuri che i primi a sfruttare questa idea furono gli Americani?

Dai ritrovamenti rinvenuti a Pompei negli ultimi 15 giorni la risposta è semplice: NO. Ci avevano già pensato i Pompeiani.


Sul sito archeologico di Pompei è stato ritrovato un Thermopolium, una taverna che aveva lo scopo di vendere cibo da consumare per strada. Ne erano già state ritrovate diverse ma mai così integra come questa: l’intero ambiente della taverna con il bancone riccamente decorato, i vasi contenenti resti di cibo, nove anfore, una patera di bronzo, due fiasche, un olla di ceramica comune da mensa e il pavimento ricoperta da cacciopesto (rivestimento impermeabile composta da frammenti di terracotta).


Osservando il bancone vediamo delle anfore incassate al suo interno, che contenevano i cibi caldi da vendere, ed in basso era pieno di fantastici affreschi con colori sgargianti che raffigurano: una nereide che cavalca un ippocampo e porta con sé una cetra, due anatre germane a testa in giù e un gallo, un oste dietro al bancone che distribuiva cibo e un cane di grossa taglia al guinzaglio.





Ciò che è spettacolare in questo ritrovamento è che illo tempore venivano utilizzati gli affreschi per rappresentare ciò che l’oste vendeva, insomma una primordiale forma di marketing. Infatti grazie alle primissime analisi (ritrovamenti ossei di anatre, suini, pesce e lumache da terra) si conferma che le raffigurazioni del bancone facciano riferimento ai cibi venduti ma, le scoperte non si fermano qui perché sul fondo di un dolio, identificato come contenitore da vino, è stata individuata la presenza di fave macinate che venivano usate per modificare il gusto e il colore del vino, sbiancandolo.

Inoltre nell’angolo nord occidentale del Termopolio è stato rinvenuto uno scheletro completo di cane, non si tratta di un grande cane muscoloso come quello dipinto sul bancone ma di un esemplare molto piccolo, alto 20-25 cm. Cani di queste piccolissime dimensioni attestano selezioni intenzionali avvenute in epoca romana per ottenere questo risultato.



Un ultimo macroscopico sguardo alle analisi ci conferma la presenza di resti ossei umani.

La straordinarietà di questi ritrovamenti è testimonianza della vita della Pompei di allora che ci permette di osservare con occhio critico le idee moderne che tanto moderne alla fine non sono.


Domi dalla redazione di t3ADrIs

Fonti

www.giornaledibrescia.it

www.agi.it

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