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L’intelligenza delle piante: cocomero asinino

Il cocomero asinino è una pianta erbacea perenne, alta fino a 50 cm, con fusto prostrato ispido e verrucoso; i rami fioriferi sono ascendenti; le foglie sono ovate, quasi astate alla base con apice acuto e margine crespato ondulato; i fiori sono piccoli unisessuali, giallo-bianchi, con calice e corolla divisi in 5 lobi. I frutti hanno la forma di un piccolo cocomero spinoso, ovvero di bacca pendula irsuta di forma ovale delle dimensioni di 3–4 cm.

Il suo nome botanico deriva dai termini greci "έκτο"= al di fuori, e "βάλλω"= lanciare e fa riferimento ad una particolarità dei frutti: al loro interno infatti si sviluppa una pressione idraulica notevole che serve a "sparare" i semi il più lontano possibile; i piccioli dei frutti funzionano come tappi che, quando il frutto è maturo, al minimo tocco lasciano fuoriuscire liquido e semi. La pressione che si accumula in un frutto maturo è molto superiore a quella di uno pneumatico d'auto: quando il frutto si stacca dal peduncolo il liquido ed i semi vengono sparati fuori ad una velocità di circa 10 m/s e ad una distanza anche di oltre 12 m.


Viene anche chiamato "sputa veleno, elaterio e schizzetti" e molti altri nomi ancora. La bacca ovoide detta peponide a maturità del frutto, sviluppa una pressione all'interno, una pressione idraulica che lancia lontano i semi. Quando il frutto è maturo il liquido all'interno aumenta di pressione e il peduncolo che fa da tappo, salta e lancia i semi insieme ad una sostanza mucillaginosa, fino a 3 metri di distanza. A differenza delle cucurbitacee commestibili, il cocomero asinino fiorisce da aprile a settembre su terreni incolti, aridi, sassosi, macerie e preferisce zone costiere come le dune lungo le spiagge, e non è raro incontrarlo anche in città.


Il frutto contiene l'elaterina, una sostanza assolutamente tossica. Mangiarla può causare fastidiose infiammazioni all'interno della bocca e seri disturbi gastrointestinali, anche un semplice contatto agli occhi e può provocare, irritazioni. Era usato fin dai tempi antichi dagli Egizi, dai Romani e dai Greci, come purgante. I seguaci di Ippocrate ne utilizzavano le radici e le foglie; Teofrasto di Ereso ne consigliava soprattutto il succo. L'uso della radice si usava un tempo per i reumatismi e per combattere la scabbia delle pecore. La polpa di questo frutto è impiegata in veterinaria per il suo effetto purgante.


Nella memoria dei giochi che si facevano nella calura estiva della campagna; i bambini erano soliti spararsi addosso i frutti del cocomero asinino, semi e mucillagine spesso arrivavano negli occhi. Quando succedeva si correva a lavarsi il viso, nel tentativo di evitare le fastidiose irritazioni che il liquido poteva provocare, mentre i compagni ridevano divertiti!


Valentina dalla redazione di t3ADrIs



Fonti: https://www.fiori-forchette.com/cocomero-asinino/

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