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La nuova frontiera dei carburanti: i biofuel

Nell’ultimo periodo si sente sempre più spesso parlare dei biofuel, anche se in molti casi non si ha ben chiaro di cosa si tratti.


Generalmente i biofuel vengono definiti come dei carburanti eco-sostenibili, prodotti direttamente o indirettamente utilizzando come materiale di partenza del materiale organico.


Alcuni esempi possibili da fare sono il bioetanolo, il biodiesel, il biobutanolo e il biogas.


Queste sostanze sono molto più rispettose dell’ambiente rispetto ai normali combustibili fossili, e potrebbero sostituire il petrolio nel prossimo futuro.



I motivi per i quali la nostra economia non dovrebbe basarsi più sulle fonti fossili sono moltissimi: in primis lo sfruttamento di queste fonti rilascia enormi quantità di gas nocivi nell’atmosfera, con degli effetti molto negativi sul nostro pianeta. Oltre a questo, è anche abbastanza ovvio che tra non molti anni le riserve di petrolio si esauriranno.


Detto ciò, ci troviamo in una situazione in cui, anche con l’attuale cambiamento climatico, c’è la necessità di cercare un’alternativa alle fonti fossili ma che sia altrettanto performante.


La scelta che sarà fatta cadrà sicuramente sulla lavorazione delle biomasse, tutti gli scarti delle lavorazioni agricole ed industriali. Con i biofuel, infatti, non si sfrutteranno più le riserve limitate di carbon-fossile, ma si utilizzeranno invece i rifiuti, che in ogni caso dovrebbero essere smaltiti.


Si parla quindi di utilizzare una fonte energetica molto più rispettosa dell’ambiente, che preveda anche un riciclo utile dei rifiuti, nell’ottica vincente di una società basata sui principi dell’economia circolare.


Esistono diversi tipi di biocarburanti, differenti metodi di produzione e materiali di partenza più o meno adatti allo scopo. Un biofuel, dunque, non equivale ad un altro e per questo motivo può essere molto utile imparare le principali caratteristiche di questi biocarburanti, soprattutto pensando all’estrema importanza che rivestiranno nei prossimi anni.


Il bioetanolo viene utilizzato soprattutto come additivo della benzina. In molti Paesi si trovano infatti in commercio delle miscele con l’85% di etanolo e il 15% di benzina (E85), oppure con una concentrazione di bioetanolo molto più bassa, al 10% (E10). La produzione del bioetanolo parte dalla fermentazione alcolica, la quale per azione dei lieviti trasforma gli zuccheri in etanolo.


Del biodiesel l’aspetto più interessante è che, pur essendo prodotto con degli oli vegetali, e non con il petrolio, può essere utilizzato in tutti i motori a gasolio normali.


Il biobutanolo è un alcol del tutto simile all’etanolo. Come quest’ultimo, infatti, viene impiegato come additivo nella benzina. Un punto a favore di questo particolare biofuel è il suo elevato potere energetico, unito ad una volatilità e ad una corrosività minori.


Quando si parla di biogas, di fatto, ci si riferisce al biometano. Questo biofuel, infatti, è una miscela di metano e anidride carbonica prodotta a partire dalle biomasse.




Desiree dalla redazione di t3ADrIs


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