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La storia del carnevale: le maschere

  • t3adris
  • 16 feb 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Tutti conosciamo la storia di uno, nessuno centomila. Maschere dove ognuno di noi si è rifugiato almeno una volta nella vita, magari per non apparire malinconico agli occhi degli altri un po' come Pierrot che simboleggia una doppia faccia dove da un lato c'è lui con il suo modo di fare sfacciato, doppiogiochista e astuto, ma infondo era solo buono di cuore innamorato di Colombina.

Colombina è molto vanitosa e un po’ civettuola e ci tiene ad avere un aspetto sempre ordinato e attraente. Non ha peli sulla lingua e riesce a mettere a posto qualche corteggiatore che non si comporta più che educatamente.

Anche il suo eterno fidanzato, Arlecchino, deve stare ben attento, se cerca di fare lo sdolcinato con qualche altra sua collega, perché lei sa come farlo rigare dritto. bella e ritratta dal viso angelico.

Così Pierrot divenne un'icona malinconica per non essere stato ricambiato, solo nel 1700 venne trasformato in una maschera romantica. Maschere che oggi ci danno tanti insegnamenti forse tanti ma ognuna di queste nasconde dietro un lato nascosto, bello o brutto che sia di ognuno di noi.


Arlecchino ad esempio, era visto come il poveraccio del quartiere sfigatello o peggio ancora come quello imbranato che aveva sempre fame e faceva salti e piroette in giro per il paese cadendo e facendo delle divertenti brutte figure. Arlecchino è così povero da non avere stoffe di ugual colore così, si trasforma nel variopinto costume che tutti oggi conosciamo, dai colori vivaci e brillanti trasmettendo gioia e allegria.


Ognuno di noi ogni giorno indossa una maschera diversa per ovviare alle difficoltà ma nella vita la cosa importante è essere sempre se stessi e mostrarsi per quello che si è senza vergognarsene o avere paura!


Anna dalla redazione di T3eADrIs



 
 
 

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