top of page

LE ORIGINI DEL NATALE

  • t3adris
  • 21 dic 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Il più antico documento al quale ci si riferisce di solito per datare l’inizio della celebrazione del Natale al 25 dicembre si chiama “Cronografo del 354”. È un testo di un letterato che contiene fatti e persone della storia romana nel quale si dice che nel 336 d.C., cioè pochi anni prima che fosse scritto, la nascita di Gesù veniva celebrata (La notte più fredda dell’anno) cioè il 25 dicembre.


Il Papa emerito Joseph Ratzinger ammetteva nell’udienza generale del 23 dicembre del 2009 che la festa cristiana aveva preso il posto di quella pagana del Sol invictus, cioè del solstizio, il giorno più breve dell’anno dopo il quale le giornate tornano ad allungarsi e il Sole vince sulle tenebre. Il solstizio in realtà si celebrava a Roma all’interno dei Saturnalia, una settimana di festeggiamenti legati a questo evento astronomico durante i quali ci si scambiavano doni e che erano anche una sorta di carnevale, in cui si ribaltavano i ruoli e gli schiavi potevano comandare sui padroni. I Romani chiamavano questo giorno Dies Natalis Sol Invictus. Per il Cristianesimo fu abbastanza ovvio trasporre il simbolismo della vittoria sulle tenebre nell’apparizione della figura di Cristo sulla Terra, ma in nessun modo la Chiesa definì mai questo punto, lasciando che il giorno del Natale di Gesù si affermasse come semplice tradizione. Nel 1993 il Papa Karol Wojtyla, uomo pragmatico, durante l’udienza di preparazione del Natale non si sprecò in molte parole, “La data del 25 dicembre, com’è noto, è convenzionale”, disse.


Alcune chiese ortodosse, quella orientale e quella slava, festeggiano il Natale il 6 e il 7 di gennaio, in coincidenza con l’Epifania, seguendo ancora il calendario giuliano anziché quello gregoriano. Questa data è riconducibile al collegamento che sussiste tra San Nicola e Santa Claus, meglio noto come “Babbo Natale”.

Il mito di Babbo Natale nasce dalla leggenda di san Nicola, vissuto nel IV secolo, che si festeggia tradizionalmente il 6 dicembre: secondo la tradizione, san Nicola regalò una dote a tre fanciulle povere perché potessero andare spose invece di prostituirsi e in un'altra occasione salvò tre fanciulli.


Nel Medioevo si diffuse in Europa l’uso di commemorare questo episodio con lo scambio di doni nel giorno del santo (6 dicembre). L'usanza è ancora attuata nei Paesi Bassi, in Germania, in Austria e in Italia (nei porti dell’Adriatico, a Trieste e nell’Alto Adige): la notte del 5 dicembre in groppa al suo cavallino fa concorrenza a Babbo Natale. I bambini cattivi se la devono vedere con il suo peloso e demoniaco servitore, mentre il pio uomo lascia doni, dolciumi e frutta nelle scarpe dei più meritevoli.



TRADIZIONI NATALIZIE

Nei Paesi protestanti san Nicola perse l'aspetto del vescovo cattolico ma mantenne il ruolo benefico col nome di Samiklaus, Sinterclaus o Santa Claus.

I festeggiamenti si spostarono alla festa vicina più importante, Natale. L'omone con la barba bianca e il sacco pieno di regali, invece, nacque in America dalla penna di Clement C. Moore, che nel 1822 scrisse una poesia in cui lo descriveva come ormai tutti lo conosciamo. Questo nuovo Santa Claus ebbe successo, e dagli anni Cinquanta conquistò anche l'Europa diventando, in Italia, Babbo Natale.







Giuseppe dalla redazione di t3ADrIs


Fonti:

 
 
 

Comentários


Post: Blog2_Post

Subscribe Form

Thanks for submitting!

  • Facebook
  • LinkedIn

©2020 di T3ADrIs. Creato con Wix.com

bottom of page