Perché Sanremo è Sanremo!
- t3adris
- 2 mar 2021
- Tempo di lettura: 3 min

Amato e conosciuto in tutto il mondo e allo stesso tempo odiato e criticato da più parti, da sempre fonte di scandali e pettegolezzi: il Festival della Canzone Italiana, meglio conosciuto come Festival di Sanremo ogni anno congestiona l’opinione pubblica italiana per una settimana, riuscendo a far parlare solo di sé, nel bene e nel male. È molto più di una semplice competizione canora: si tratta di un appuntamento fisso, di una tradizione tutta italiana, un evento dal sapore internazionale che si svolge in una piccola cittadina ligure che per una settimana diventa quasi il centro del mondo.
La prima edizione si svolse in sole tre serate, dal 29 al 31 gennaio del 1951 nel Salone delle feste del Casinò Municipale di Sanremo, in una veste che noi, abituati a vedere il Festival di Sanremo come un grande evento mediatico, definiremmo alquanto insolita. I cantanti si esibirono di fronte ad un pubblico seduto su dei tavolini, attorno ai quali giravano i camerieri, in stile cafè-chantant. Gli interpreti erano solo tre: Nilla Pizzi, vincitrice con il brano “Grazie dei fiori”, Achille Togliani e il Duo Fasano. Le canzoni in gara erano invece 20. L’attenzione era infatti tutta posta sulla canzone, slegata in un certo senso dall’interprete.
L’idea alla base della nascita della manifestazione, concepita dall’allora direttore delle manifestazioni e delle pubbliche relazioni del casinò di Sanremo, Angelo Nicola Amato e dal conduttore radiofonico Angelo Nizza era semplice: si voleva creare un evento che potesse ravvivare un momento dell’anno “morto” e particolarmente povero di turisti del comune ligure. Molto probabilmente i due non avrebbero mai immaginato che il Festival potesse avere tutto il successo e il seguito che ha avuto negli anni, arrivando quest’anno alla sua 71esima edizione, rappresentando uno degli eventi più glamour ed esclusivi dell’anno. La prima edizione, infatti, era lontana da tutto ciò, e nacque quasi in sordina: basta solo pensare che, come testimoniano numerosi aneddoti, in occasione della seconda serata, il pubblico era talmente scarso che fu necessario cercare persone interessate a occupare molti tavolini rimasti vuoti.
L’attenzione mediatica sul Festival si concentrò due anni dopo, nel 1953, quando diventò sempre più esclusivo: da quell’edizione, infatti, il pubblico, poteva accedere alla sala solo su invito. Due anni dopo, fu trasmesso in diretta dalla televisione italiana: così le canzoni cantate al Festival ebbero finalmente risonanza nazionale ed entrarono nelle case e nella coscienza di molti italiani, in un momento di generale prosperità e di voglia di rinascita, di leggerezza, dopo i terribili anni del fascismo e della seconda guerra mondiale.

Questo sentimento viene incarnato al meglio nella canzone, vincitrice del Festival nel 1958, che ebbe per prima grande successo popolare: “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno e Johnny Dorelli, che è possibile considerare la canzone italiana per eccellenza nel mondo.
Dal 1956, Sanremo diventa un evento trasmesso in Eurovisione. Ciò stimola la nascita, nello stesso anno, dell’Eurovision Song Contest, una competizione canora che coinvolge artisti di tutti i paesi europei.
Negli anni sessanta il Festival divenne un appuntamento immancabile e crebbe sempre più in popolarità, con il trionfo delle tipiche canzoni melodiche italiane, spodestate successivamente dalla musica dei cosiddetti “urlatori” e da sonorità jazz e blues. Negli anni si sono susseguite varie formule, vari format e cambi di regolamento. Dal 1977 è stata pure cambiata la location della kermesse, spostata al Teatro Ariston di Sanremo, prima temporaneamente e poi permanentemente.
Pian piano ogni edizione del Festival di Sanremo si è configurata come un vero e proprio spaccato della società della propria epoca, una rappresentazione di costumi, problemi, vizi e virtù del momento. È stato dato, inoltre, sempre più spazio a momenti comici, di intrattenimento in stile varietà, a ospiti internazionali, a monologhi di stampo culturale o satirico, mettendo spesso la musica in secondo piano.

Sanremo, in effetti, non è solo una competizione canora, ma è da sempre sinonimo di scandali, chiacchiere, gossip e polemiche: dal suicidio di Luigi Tenco durante l’edizione del 1967, al lungo bacio scambiato in diretta tra il presentatore dell’edizione del 1980 Roberto Benigni e la valletta Olimpia Carlisi, fino al finto pancione sfoggiato da Loredana Bertè nel 1986, e a un tentato suicidio in diretta durante l’edizione del 1995, la più vista della storia. L’ultimo grande scandalo è avvenuto proprio durante la scorsa edizione, con l’abbandono del palco da parte di Bugo, in coppia con Morgan, durante la loro esibizione, a causa di continue liti tra i due.
Anche l’edizione di quest’anno è destinata a rimanere nella storia, per ovvi motivi: si tratta della prima volta in cui, in una città dei fiori in zona rossa, senza eventi e manifestazioni collaterali per evitare la diffusione dei contagi da COVID-19, i cantanti in gara non si esibiranno di fronte ad un pubblico.
Laura dalla redazione di t3ADrIs
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