Si scopre il clone della pecora Dolly
- t3adris
- 22 feb 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Il 22 febbraio 1997 il mondo scopriva l’esistenza di Dolly, la pecora più famosa del mondo. Dopo 276 tentativi falliti, era il primo mammifero ad essere clonato a partire da cellule somatiche adulte. L’animale era nato dalla sua madre surrogata il 5 luglio precedente. Quando pochi giorni dopo l’annuncio fu pubblicato lo studio su Nature, stuzzicando il mondo intero riguardo a dei dibattiti scientifici ed etici.
Come molte tappe scientifiche, le possibili applicazioni ed estensioni della tecnica innescarono diversi interrogativi etici da considerare: in breve molte nazioni bandirono la clonazione riproduttiva umana.
Dolly spesso era vista come un mostro di Frankenstein. La tecnica che l’aveva creata sarebbe servita a creare distopie e/o freak, come aveva già anticipato la fantascienza. Nel frattempo, cinema, serie tv, fumetti e persino le telenovelas non si erano fatti sfuggire l’idea di dare il loro contributo!

Dolly è nata al Roslin Institute in Scozia in prossimità di Edimburgo, dove ha vissuto fino alla morte avvenuta circa sette anni dopo. Gli scienziati annunciarono la sua nascita solo l’anno successivo, il 22 febbraio 1997. Il metodo utilizzato da Ian Wilmut per ottenere la clonazione a partire da una cellula somatica adulta consiste nel trasferimento nucleare di cellule somatiche; I nuclei di cellule non appartenenti alla linea germinale del donatore vengono trasferite in cellule embrionali denucleate (private del proprio nucleo) e quindi indotte ad avviare lo sviluppo del feto.

Tramite tale metodo Dolly è stata clonata nel 1996 grazie a delle cellule prelevate da una pecora donatrice di 6 anni. Un uovo, estratto dalla madre, e dello sperma, preso dal padre, vengono usati per produrre un uovo fertilizzato. Una volta che l’embrione si è diviso in otto cellule, questo viene diviso in quattro embrioni identici, ognuno dei quali è costituito di due sole cellule. I quattro embrioni vengono impiantati nell’utero di una femmina adulta per la gestazione.
La tecnica in sostanza consente di riprogrammare il nucleo di una cellula adulta e farlo partire da zero, consentendo così all’ovocita in cui viene immesso, di sviluppare un feto e poi un animale adulto. In sostanza, nel nucleo di ogni cellula di Dolly c’è il DNA dell’animale adulto clonato, mentre negli altri organuli cellulari, come i mitocondri, c’è il DNA della femmina che ha fornito l’ovulo. L'inconveniente fu che dopo alcuni anni, l’organismo andava incontro a tutta una serie di eventi degenerativi a livello cellulare, infatti il 14 febbraio 2003 all’età di sei anni, i veterinari hanno iniettato un siero letale dopo aver scoperto che soffriva di una malattia degenerativa al polmone, non curabile.
Nonostante le polemiche, la comunità scientifica è concorde nel ritenere importante la prosecuzione e l’approfondimento dei metodi di clonazione. Il sostegno della comunità scientifica è unanime riguardo alla clonazione dei cavalli e alla clonazione dei maiali, al fine di ottenere organi animali idonei per il trapianto in esseri umani. Tuttavia il metodo impiegato per la produzione di Dolly, rappresenta una delle più importanti scoperte scientifiche, tale metodo ha contribuito in modo significativo allo sviluppo delle biotecnologie ed alla comprensione dei meccanismi epigenetici che regolano lo sviluppo cellulare.
La clonazione rappresenta una grande scoperta per il mondo scientifico, ma ovviamente è un argomento delicato in ambito etico e religioso ancora da affrontare e chiarire.
In ogni caso, in futuro, potrebbe rappresentare una grande opportunità in ambito medico da non sottovalutare.
E detto tra noi, non è divertente immaginare di prendere un aperitivo con il nostro clone nel nostro bar preferito?!
Valentina dalla redazione di t3ADrIs
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