TRA COLPI DI STATO E RIVOLTE: UN INVERNO CALDO
- t3adris
- 11 feb 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Dagli Stati Uniti alla Russia fino al Myanmar: il 2021 è iniziato nel segno delle proteste e delle lotte politiche, alcune in qualche modo preannunciate, conseguenze di recenti avvenimenti, altre meno. Il quadro geopolitico internazionale sembra agitarsi notevolmente in questo periodo già segnato dalle incertezze legate alla gestione dell’emergenza sanitaria. Ma vediamo, nel dettaglio, cosa sta succedendo in queste zone del mondo.

Gli Stati Uniti e l’assalto a Capitol Hill
La fine dello scorso anno è stata cruciale per le sorti della politica americana. Lo scorso 7 novembre, quattro giorni dopo le elezioni, è stato riconosciuto come vincitore delle Presidenziali americane il rappresentante del Partito Democratico Joe Biden, sfidante del presidente in carica Donald Trump. Quest’ultimo non ha mai ha accettato la sconfitta, dichiarando più volte di essere vittima di un complotto. Le sue parole forti non hanno fatto altro che alimentare sentimenti di odio e di rivalsa nei suoi più accaniti sostenitori, sfociati, lo scorso 6 gennaio, in una rivolta che ha quasi dell’incredibile.

Il colpo di stato in Myanmar
Anche nel caso del Myanmar, l’ex Birmania, paese del sud-est asiatico, alla base dei recenti avvenimenti ci sono risultati delle elezioni che vengono contestati. Nelle elezioni legislative birmane del 2020, tenutesi lo scorso 8 novembre, il partito di Aung San Suu Kyi, la Lega nazionale per la democrazia, alla guida del paese dal 2016, ha trionfato. Il capo dell’esercito, il generale Min Aung Hlaing non ha riconosciuto la vittoria, minacciando di prendere il potere con la forza. Ed è proprio quello che è avvenuto lo scorso 1 febbraio: Suu Kyi, la Consigliera di Stato, è stata arrestata, i mezzi di comunicazione sono stati sospesi e Min Aung Hlaing, che si è posto alla guida del paese, ha dichiarato lo stato d’emergenza per un anno. Resta da capire se l’esercito potrà godere del supporto del popolo, vista la popolarità di Suu Kyi, che ha garantito al paese la democrazia guidando per anni la battaglia contro il governo militare, ragione per cui è stata insignita del Premio Nobel per la Pace nel 1991.

La Russia e l’affare Navalny
Il paese governato da Vladimir Putin è invece sotto i riflettori per gli eventi legati ad Alexei Navalny, un attivista, politico e blogger russo nazionalista e conservatore. Da sempre oppositore del governo di Putin, più volte arrestato, negli anni, per manifestazioni non autorizzate, ha più volte denunciato la mancanza di libertà effettiva nel paese e la corruzione dilagante. Lo scorso agosto, durante un volo aereo, si sente male improvvisamente e viene ricoverato in gravi condizioni per sospetto avvelenamento, per il quale sono indagati i servizi segreti russi.
Dopo essersi rimesso in salute in Germania, dove l’aereo in cui si trovava ha fatto un atterraggio di emergenza dopo il suo malore, al suo arrivo in Russia lo scorso 17 gennaio viene immediatamente arrestato dalla polizia in assetto antisommossa e processato per direttissima. Ma il popolo russo non ci sta: la notizia dell’arresto scatena subito forti proteste verso l’operato del governo, verso quello che percepiscono come un brutale e ingiusto tentativo di repressione.
Lo scorso 23 gennaio migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il territorio russo, in un centinaio di città diverse, in 50mila solo a Mosca. La risposta del Cremlino è stata brutale: 3000 persone sono state arrestate, tra cui anche ragazzini, e i metodi della polizia sono stati tanto violenti da suscitare l’indignazione dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. Dopo alcuni giorni, il 2 febbraio, Navalny viene condannato a 2 anni e mezzo di reclusione, ufficialmente per aver violato le condizioni sulla libertà condizionale in seguito a una condanna del 2014. Ciò alimenta le proteste, che scoppiano ancora una volta in tante città e che portano, in un solo giorno, all’arresto di circa 1400 persone. Le azioni della polizia non sembrano fermare i sostenitori di Navalny, tra cui la moglie e la figlia, che si stanno mobilitando anche grazie al potere dei social media.
Laura della redazione di t3ADrIs
Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Assalto_al_Campidoglio_degli_Stati_Uniti_d%27America_del_2021
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